BOLOGNA – Riflettere sui processi di integrazione e multiculturalità in Europa e sul ruolo che le città possono svolgere per contrastare i fenomeni di razzismo. Sono questi gli intenti che hanno animato la tre giorni di dibattiti svoltasi a Bologna, dal 18 al 20 settembre, sotto il patrocinio della "European Coalition of Cities against Racism". "DiverCity: città d'Europa per l'inclusione sociale" è stato il titolo di questa rassegna che ha visto coinvolti, tra gli altri, il Progetto Ultrà e la rete FARE – Football Against Racism in Europe, riconoscendo alle due organizzazioni un importante tributo per l'impegno che da anni entrambe profondono nella lotta al razzismo.
Tra i diversi spazi di riflessione, oltre alla tavola rotonda di giovedì 18 tra esponenti delle municipalità di Bologna, Galway (Irlanda), Botkyrka (Svezia), Grenoble (Francia) e Madrid (Spagna), sono state molto significative le esperienze quotidiane e i case-study descritti nei workgroup con le comunità musulmane e quelle dei Sinti e dei Rom, per riflettere sui processi di integrazione in atto e sulle problematiche ancora presenti in Europa. Entrambi hanno rappresentato due significativi momenti di analisi sulle strategie adottate dalle istituzioni, insieme ad ong e associazioni impegnate nel sociale, per favorire l'inclusione sociale sul territorio di varie città europee, da Milano al distretto di Bradford fino a Madrid. Analisi finalizzate ad una piena integrazione dei migranti nel tessuto sociale ed all'abbattimento delle barriere culturali e del pregiudizio che impediscono di guardare al "diverso" come risorsa piuttosto che come problema.
Nel corso del convegno "Il calcio unisce - Il razzismo divide", svoltosi venerdì 19 presso l'auditorium Enzo Biagi della Sala Borsa di Bologna, si è poi discusso del ruolo positivo che lo sport più popolare in Europa può assumere nel veicolare messaggi positivi. "Gli stadi in Italia hanno sempre rappresentato - ha affermato il responsabile del Progetto Ultrà Carlo Balestri - uno specchio fedele delle pulsioni e delle ideologie diffuse nel paese, arrivando negli anni '90 ad essere il fulcro di atteggiamenti xenofobi. Il lavoro svolto con successo da numerose associazioni per arginare questo fenomeno - prosegue Balestri - nel quale si inseriscono chiaramente anche i Mondiali Antirazzisti, in Italia e nel calcio si scontra purtroppo con una forma di disinteresse da parte degli organi istituzionali, che agiscono in questa direzione sempre e soltanto con modalità emergenziali, senza mai pianificare strategie di intervento a lungo termine".
In quest'ottica diventa ancora più importante l'iniziativa della Action Week, la "Settimana d'Azione Antirazzista", organizzata dalla rete Fare dal 16 al 28 ottobre. Questo periodo di mobilitazione, giunto alla sua nona edizione, è finalizzato sia a sensibilizzare i gruppi di tifosi di tutta Europa sul tema dell'antirazzismo che a promuovere attività spontanee di diffusione di messaggi contro il razzismo e di coinvolgimento attivo delle comunità di stranieri, sostenendone in parte le spese attraverso piccoli finanziamenti. Una manifestazione fondata sul coinvolgimento diretto dei partecipanti e sulla loro responsabilizzazione di fronte a fondamentali tematiche umanitarie, che dal 2001 ad oggi è riuscita a diventare la più ampia rassegna di attività antirazziste mai lanciata nello sport. Per aderire alla Action Week potete contattare il Progetto Ultrà, referente della FARE per l'Italia, al seguente indirizzo e-mail: relazioni@progettoultra.it.